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venerdì 3 dicembre 2010

l'accento

Posizione dell'accento [modifica]
Le regole grammaticali delle varie lingue del mondo disciplinano in misura assai diversa la posizione dell'accento: esso dunque, a seconda della lingua, può essere completamente fisso (come nel caso del polacco o del francese) o relativamente libero (come per l'italiano). In alcune lingue può cadere indifferentemente su qualsiasi parte della parola (prefisso, tema, suffisso, desinenza), mentre in altre deve sottostare ad alcune regole: in latino e greco, ad esempio, non può risalire oltre la terzultima sillaba, ed in latino non può nemmeno trovarsi sull'ultima.
In italiano possiamo dividere le parole in gruppi a seconda della posizione in cui cade l'accento:
  • tronche: ultima sillaba (es. caf-)
  • piane: penultima sillaba (es. ma--ta)
  • sdrucciole: terzultima sillaba (es. te--fo-no)
  • bisdrucciole: quartultima sillaba (es. -pi-ta-no)
Alcune rare voci verbali composte con enclitiche possono essere anche trisdrucciole o quadrisdrucciole, con accento rispettivamente sulla quintultima e sestultima sillaba (es. fàb-bri-ca-me-lo, -ci-ta-me-lo e fàb-bri-ca-ce-ne).

Funzione dell'accento [modifica]

L'accento può avere diverse funzioni all'interno di ogni sistema linguistico. La più diffusa è quella di indicare le unità significative ("parole"), ciascuna delle quali ha di norma un solo accento (funzione contrastiva).
Nelle lingue in cui l'accento ha una posizione fissa, esso ha anche funzione demarcativa, vale a dire esso permette di determinare la fine di una parola e l'inizio della successiva.
Nelle lingue ad accento libero, invece, può essere presente una funzione distintiva, quando l'accento da solo permette di distinguere parole uguali tra loro per quanto riguarda i segmenti fonici, ma diverse nel significato. Ad esempio, in italiano, "prìncipi" - "princìpi" o "Zèffiro" - "Zeffìro".

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